Rivista di luoghi, storie e altro
Beura Cardezza (VB), Italia. Il monumento a ricordo della fucilazione di 9 persone del 27 giugno 1944, avvenuta in questo luogo. La meridiana che fa parte del monumento indica il momento preciso della fucilazione.

Le valli della memoria: tracce e luoghi

I luoghi sono come la carta, se tracci un segno rimane. Così tutti i luoghi vissuti dagli uomini conservano tracce delle storie che li hanno attraversati. Tracce minime, cui spesso non si presta attenzione, nascoste dal presente che cambia la fisionomia degli spazi. Tracce da cui partire per disegnare una geografia della memoria, un percorso nel passato che interrompa il lavorio dell’oblio. Gli storici li chiamano luoghi della memoria. Per Michele Morosi le montagne della Val d’Ossola, come quelle del Cusio e del Verbano, oltre a essere zone di villeggiatura sono anche questo: luoghi della memoria. Anzi, valli della memoria, come si intitola la mostra da cui sono tratti gli scatti di questo progetto. Una mostra duplice che raccoglieva immagini di “tracce e luoghi” ma anche “volti e voci”. 

Le tracce sono quelle lasciate su queste montagne aspre e scarne da una guerra ricca di ideali e povera di mezzi, quella combattuta dalla Resistenza italiana, che scrisse alcune delle pagine più importanti della lotta contro il nazifascismo. Guerra che ha portato alla fondazione della Repubblica partigiana dell’Ossola, la più lunga e strutturata tra le effimere repubbliche partigiane d’Italia. Quarantaquattro giorni (dal 9 settembre 1943) di utopia e libertà di cui non sembrano ricordarsi in tanti, non solo nel resto d’Italia, ma anche nell’Ossola. Mentre il progetto di Michele Morosi punta a raccontare come in tutta la zona il paesaggio sia intriso, quasi incrostato di luoghi della memoria. Monumenti e targhe, lapidi e statue si incontrano in ogni dove: commemorano eccidi fascisti e imboscate partigiane, celeri ritirate e lente avanzate. Al cimitero di Finero, nel comune di Malesco in val Vigezzo, si possono ancora vedere i segni dei proiettili che il 23 giugno 1944 uccisero 15 partigiani. Qualche chilometro più a valle, oramai in val Cannobina, ai bordi di una galleria un monumento in pietra ricorda il sacrificio di Attilio Moneta e Alfredo Di Dio, comandanti partigiani morti in un’imboscata negli ultimi giorni della repubblica ossolana. A Megolo, un monumento tra i boschi ricorda il sacrificio del comandante Filippo Maria Beltrami. E poi, oltre a targhe e monumenti, c’erano – al momento della realizzazione del progetto – gli ultimi protagonisti di buona memoria che tenevano in vita quelle storie, i volti e le voci delle “Valli della memoria”. Un progetto nato per riflettere e far riflettere su quanto oggi sia semplice dimenticare anche le epopee più eroiche.

Malesco (VB), Frazione di Finero, Italia (Foto © Michele Morosi)

Foto © Michele Morosi

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