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Ritorno a via Ripamonti

Periferia sud di Milano. Via Giuseppe Ripamonti, lo storico che scrisse di Milano e soprattutto della grande peste del 1630, che di questi tempi… Recentemente l’ho ripercorsa a piedi, fotografando alcuni luoghi che frequentavo da piccolo. Sono cresciuto a Noverasco, che non è più Milano ma Comune di Opera, dove però la via più lunga di Milano (circa 6,5 km) si dissolve nel suo tratto riqualificato e allargato nel 2015. E dove cascine e vivai si alternano a benzinai, capannoni per edilizia e venditori ambulanti di frutta e verdura. Via Ripamonti racchiude in sé diversi mondi, attraversa quartieri e borghi rurali dalla storia antica (il Vigentino e Macconago ad esempio) e con piccole deviazioni si è subito immersi in una sconfinata distesa di prati, risaie e antiche cascine lombarde a ricordare che il passato agricolo milanese non è tanto passato.

Siamo nel Parco Agricolo Sud, la campagna con lo skyline della città; un posto dove, a seconda del periodo, si respira aria fresca, si procede lenti per via della nebbia o perché ci si ferma ad ammirare distese di papaveri e altri fiori di campo. Un posto – pare impossibile, eppure – dove è davvero possibile sentire gracidare le rane e, al buio, scoprire le lucciole. E poi gli orti e i boschetti incastrati tra i palazzi del quartiere Vigentino sorto negli anni Sessanta dove raggiungevo le scuole medie con l’autobus 58 da Noverasco. La chiesetta seicentesca di San Carlo dall’aspetto tardo barocco del borgo di Macconago è ora purtroppo un rudere decadente ma suggestivo, in un contesto straordinario con il lago Verde dove da ragazzino mi improvvisavo pescatore di trote, cascinali e campi coltivati: tutto a tre passi di numero dalla
città, vicino al complesso ospedaliero dello IEO. Camminando ancora dopo aver attraversato un poligono di tiro abbandonato, incontro il Parco e il Naviglio della Vettabbia, all’interno di una della aree più pregiate del Parco Agricolo Sud antistanti l’Abbazia di Chiaravalle. E andando avanti lungo quei 6,5 chilometri in direzione centro città, ecco il cavalcavia della Ripamonti dove sei a tu per tu con il tram 24. L’anima di questo posto è un’istantanea dell’Esselunga e della ferrovia dell’ex Scalo Romana. che ospiterà il villaggio delle Olimpiadi 2026: riqualificazione e trasformazione urbana, ecco Milano. Sullo sfondo la Fondazione Prada, che merita una fotografia al tramonto da piazza Adriano Olivetti. Inaugurata tre anni fa ma, complice la pandemia, ancora sconosciuta a molti milanesi.

Foto © Lorenzo De Simone

Foto © Lorenzo De Simone

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